E’ Franco Maria Ricci, presidente dell’Associazione Italiana Sommelier a firmare per il Messaggero l’articolo intitolato “Quel vigneto alle pendici del vulcano”. Pezzo che si riferisce alle qualità dei vini a marchio Terre di Tora che, com’è noto, derivano le eccezionali caratteristiche organolettiche. Anzitutto il fondamentale requisito di giovarsi di un terreno con proprietà vulcaniche ereditate dalle eruzioni del vicino vulcano di Roccamonfina, che hanno contribuito alla straordinaria fertilità dei terreni del territorio circostante il borgo di Tora e Piccilli, situato in una zona al confine tra la Campania e il Lazio. “Le peculiarità donate al terreno dalle sue origini – scrive Franco Maria Ricci – sono tuttora ben presenti e in grado di trasmettere alle uve qui coltivate, e di conseguenza ai vini, doti di indiscutibile qualità…”. Per poi continuare con le raffinate descrizioni dei due vini da uve Aglianico prodotti dall’azienda guidata da Antonia d’Amore. Due vini nati dall’incontro con l’enologo (e amico) Riccardo Cotarella: suo lo studio di un progetto che ha previsto il recente impianto di nuovi vigneti volti a sfruttare al meglio le caratteristiche di una particolare zona della tenuta esposta a mezzogiorno.