LA STORIA E LA FAMIGLIA

Fuori del centro fortificato, sull’attuale via Roma e di fronte alla Villa Comunale, sorge il palazzo ducale di Tora, fatto costruire intorno alla metà del Settecento dalla famiglia Galluccio in sostituzione del vecchio palazzo che sorgeva tra le mura del castello.
La storia della casa è una storia di sentimenti e di grande amore per questa terra e i suoi possedimenti.
Quelli di Giovanna Galluccio, ultima rappresentante di una storica famiglia, che dopo tre secoli, vendette il palazzo di Tora e tutti i suoi beni e le tenute terriere al barone Gaetano Cepparuli di Solfatovetere.
Della famiglia Cepparuli che subentrò in una proprietà e in una storia importante e che si legò profondamente ad essa. E infine di Adele Cepparuli, che portò in dote il palazzo e tutte le proprietà al barone Pasquale Falco, bisnonno di Antonia d’Amore. 
Questa storica dimora fu altresì testimone delle drammatiche vicende della seconda guerra mondiale.
Grazie all’esempio e all’intelligenza della baronessa Antonietta Falco, della sua famiglia e di tutto il paese di Tora (compreso lo stesso podestà) gli ebrei nascosti furono salvati. 
Particolarmente toccante l’episodio riguardante la piccola Annie Sacerdoti. Nata nel palazzo sotto i bombardamenti, fu lasciata tra le braccia della baronessa Antonietta quando i suoi genitori furono costretti a fuggire nei boschi.
Alcune foto di questi momenti sono riportate anche nel libro “Il silenzio dei Giusti” del giornalista Piero Antonio Toma. Settantacinque anni dopo, la storia di Tora e Piccilli e della grande umanità dei suoi abitanti è stata raccontata anche nel documentario “Terra bruciata” del regista Luca Gianfrancesco.