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CALICE ALTO / Successo a Vitigno Italia per il marchio TERRE DI TORA – Tutto da scoprire l’Aglianico prodotto da Antonia d’Amore nella tenuta di famiglia

E’ il giorno di VitignoItalia, una tra le più importanti kermesse enologiche italiane. Dal 5 al 7 giugno 2022, al Castel dell’Ovo di Napoli, arriva la sedicesima edizione, certamente la più importante dedicata al vino del Centro Sud Italia. Circa 300 aziende, oltre 2000 etichette e 25 buyer internazionali con un fitto programma di degustazioni, convegni e approfondimenti. E TERRE DI TORA c’è. Con il suo Aglianico da scoprire, con i suoi vini che esprimono l’amore pe una terra che ha proprietà singolari. 

TERRE DI TORA è un progetto che nasce da una passione. La passione di Antonia d’Amore per le sue radici: il luogo in cui è cresciuta con la propria famiglia, la cui storia esemplare funge da monito per oggi e per l’avvenire. Passione per il luogo dove ha trascorso parte della vita e dove ritorna in cerca di un passato ricco di tracce storiche e culturali, di memorie e tradizioni da evocare e riproporre, finalmente, con ammirevole slancio imprenditoriale.

Alla sua terra intende dedicare il proprio impegno, volto a esaltare valori, risorse, qualità ineguagliabili del territorio di Tora e Piccilli, grazioso centro adagiato quasi sulla linea di confine tra Campania e Lazio, due fra le regioni italiane più ricche di storia, cultura, tradizioni, identità.

I vini ADALARIS e REBALTO, a cui si unisce lo spumante rosé VIOLANTE, nascono qui, nell’agro alle porte dell’antica Campania Felix. Territorio che resta tuttora mirabilmente incontaminato dagli effetti più grevi della modernità, riuscendo a preservare l’habitat naturale e una tradizione culturale sedimentata nei secoli. 

Le radici, appunto. Tora e Piccilli è un piccolo borgo in provincia di Caserta, il cui territorio deve la sua fertilità al lungo sedimento di un’area eruttiva – il vulcano di Roccamonfina – che si è estinta verso la metà del III secolo a. C. La cittadina sorse infatti ad opera dei Sanniti lungo le pendici del complesso vulcanico di Roccamonfina. Passò sotto il controllo delle truppe romane, quando ebbero il definitivo sopravvento sui popoli italioti, dando il via a una colonizzazione che portò alla nascita di numerosi insediamenti agricoli chiamati “ville rustiche”. In epoca romana e medievale l’abitato è stato naturale punto strategico di avvistamento militare, come dimostra la Torre di epoca normanna a forma quadrangolare situata nel punto più alto del borgo, che col suo profilo costituisce un segno distintivo del paesaggio circostante. 

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